Valerij Lobanovs'kyj

"Il suo calcio sembra da un lato (con le sue ferree dinamiche di squadra) l’applicazione particolare del collettivismo dei kolkhoz agricoli o dell’architettura funzionalistica sovietica, spartita tra grigiore spartano e slanci futuristici, dall'altro (con la sua ossessione algebrico-matematica) un'emanazione dell'astrattismo pittorico di Kandinskij o delle equazioni del suo quasi omonimo Lobacevskij, scopritore delle geometrie non euclidee"
Sandro Modeo


Valerij Vasyl'ovyc Lobanovs'kyj (Kiev, 6 gennaio 1939 – Zaporižžja, 13 maggio 2002)
Wikipedia | Profili: Jonathan Wilson - The Equaliser - Storie di calcio

E' stato uno dei grandi maestri del "calcio totale". Dal suo predecessore (e allenatore, quando Lobanovs'kyj giocava come ala sinistra virtuosista) sulla panchina della Dinamo Kiev, Viktor Maslov [vedi], recepì l'invenzione del pressing e del 4-4-2 come modulo di riferimento. Da Rinus Michels [vedi], il riconosciuto teorico del Totaalvoetbal, il principio della polivalenza di ogni giocatore e la maniacalità dell'allenamento ripetitivo di schemi e automatismi. Di suo Lobanovs'kyj, grazie al fido Anatoly Zelentsov, professore di bioingegneria, sviluppò la pratica della preparazione individuale e dei test quantitativi (reattività, resistenza, memoria di posizionamento e coordinazione), e la raccolta e l'analisi statistica dei dati individuali e collettivi di ogni partita. Tutte idee e pratiche che oggi rappresentano il pane quotidiano di ogni "football manager", ma che nell'Ucraina e nell'Europa degli anni 1970s rappresentavano l'avanguardia tecnologica e tattica [vedi].

Anche l'idea di gioco, che ora è diffusa tra tutti gli allenatori d'élite del calcio internazionale, era pionieristica: la difesa non dipende dalla zona del campo ma dal mancato possesso della palla. Da lì l'ossessione per il pressing, il recupero celere e il possesso, per mantenere l'iniziativa del gioco e lo sviluppo delle "azioni di coalizione" (dal fuorigioco alle sovrapposizioni, l'elenco di Lobanovs'kyj ne comprendeva venti), con una particolare predilezione per le transizioni veloci negli spazi deboli dell'avversario o le "catene" orizzontali di matrice rugbistica [vedi].

Lobanovs'kyj ha allenato la Dinamo Kiev in tre periodi diversi (1973-1982, 1984-1990 e 1997-2002) e così anche la nazionale dell'URSS (1975-1976, 1982-1983, 1986-1990). Alla fine del regime sovietico è andato ad arricchirsi negli Emirati Arabi e in Kuwait. Ha vinto complessivamente 30 titoli come allenatore: 2 Coppe delle coppe, 1 Supercoppa UEFA, 8 campionati sovietici, 6 coppe e 3 supercoppe dell'URSS, 5 campionati ucraini 3 coppe d'Ucraina e 2 coppe della CSI.

I suoi anni migliori sono stati i primi, tra 1974 e 1977, quando vinse la Coppa Coppe nel 1975, schiantando in finale il Ferencváros [vedi], e la Supercoppa UEFA nello stesso anno battendo il Bayern [vedi], arrivò in semifinale della Campioni nel 1977 perdendo solo dal Borussia M'gladbach [vedi], e conquistò la medaglia di bronzo con l'URSS alle Olimpiadi di Montréal 1976; e quelli tra il 1985 e il 1988 quando rivinse la Coppa Coppe nel 1986 rullando l'Atlético Madrid guidato da Luis Aragonés [vedi], perse di scarto con la Steaua Bucarest la successiva Supercoppa, e con il Porto la semifinale della Campioni nel 1987 [vedi], e inscenò una delle più belle partite della storia dei Mondiali, l'ottavo di finale dell'URSS contro il Belgio nel 1986 [vedi], per poi arrivare in finale agli Europei del 1988, giocandosela contro l'Olanda di Rinus Michels in una partita memorabile per la storia tattica e non solo (tutti ricordano il gol straordinario di van Basten [vedi]) del calcio [vedi].

Enzo Bearzot [vedi] rimase ammirato "dal calcio moderno e dal pressing" espressi dall'URSS di Lobanovs'kyj in quella edizione degli Europei, e volle complimentarsi con lui al termine della gara. Andrij Ševčenko, che fu lanciato da Lobanovs'kyj nella Dinamo e nella nazionale ucraina, ne venera tuttora la memoria.