Le annotazioni sui singoli giocatori della nazionale inglese |
L'enfasi è forse un filo esagerata, ma il documento è davvero di straordinario rilievo. In realtà la notizia è vecchia: l'Accademia Puskás l'aveva già annunciata un anno fa, indicando il taccuino - la cui esistenza era peraltro nota (ne parla anche Jonathan Wilson in Inverting the pyramid, del 2008, a p. 92) - come una "lélegzetelállító relik" (una "reliquia mozzafiato") [vedi]. Che di reliquia si tratti non c'è dubbio alcuno. Per più motivi. Il giornalismo senza memoria ha esaltato come una innovazione clamorosa il "libro mastro" che José Mourinho scrive da anni annotandovi riflessioni e appunti sulle partite viste, su quelle da preparare e su quelle giocate. In realtà già di Helenio Herrera si era celebrata, al tempo, come base del suo sciamanesimo, la stesura di quaderni di appunti fittissimi, ora parzialmente editi [vedi]. Adesso si "scopre" che anche Gusztáv Sebes annotava appunti e riflessioni. Più semplicemente, i grandi allenatori del passato hanno usato tutti, chi più chi meno, la scrittura come esercizio di riflessione e come strumento di memoria.
25 novembre 1953, Empire Stadium, Wembley La panchina della nazionale ungherese: Gusztáv Sebes è l'unico col cappello |
Come ricordò Mario Fossati nel commemorare su "La Repubblica" la morte di Nandor Hidegkuti nel 2002, la vigilia della partita Brera aveva incontrato Winterbottom, insieme con il corrispondente della "Gazzetta dello Sport", Carlo Ricono: "Brera chiese, dunque, a Winterbottom come intendesse fronteggiare il modulo ungherese, detto ad M. L'intervista di Gianni ha fatto storia. Brera: «Signor Winterbottom, manderà lo stopper centrale dietro al finto centravanti Hidegkuti? Marcherà, i due reali centravanti Puskas e Kocsis coi due mediani centrocampisti?». Winterbottom: «Il nostro stopper seguirà Hidegkuti fin quando lo riterrà opportuno». Domani, disse Brera a Ricono, gli inglesi ne buscheranno sei. Brera titolò, in merito, sul giornale. L'indomani, calcio d'avvio a Wembley: «Hidegkuti fa rotolare la palla a Puskas: il "colonnello" gliela ridà e scatta in linea con Kocsis. Le ali ungheresi si tengono in linea di conserva. Lo stopper inglese viene avanti per incontrare Hidegkuti: ma questi è troppo arretrato: allora fa "backpedalling": avanza intanto Hidegkuti lasciando capire che da un istante all'altro rifinirà per qualcuno. Lo stopper inglese aspetta con tutti i compagni del reparto arretrato. Hidegkuti arriva a sei-sette metri dal limite e spara un destro né molle né ciclopico: la palla vola ingannevole fino all'angolino alto alla destra del portiere e spiove in rete. Sono trascorsi 25 secondi: ho dunque impiegato più tempo io a raccontare questa squisitezza!»" [vedi].
La copertina del taccuino di Sebes |
Il taccuino fu annotato da Sebes proprio nel periodo a cavallo di quella partita. I primi appunti risalgono a un paio di settimane prima. Sulla copertina del quadernuccio - simile a quelli scolastici, anche se a pagine bianche - probabilmente l'autore stesso ne appuntò, sotto il proprio nome, il contenuto sotto il titolo "Il piano tattico per la partita di Londra". Il taccuino è stato trascritto e parzialmente edito sul n° di novembre 2013 di "FourFourTwo" (edizione ungherese), ma non ancora tradotto in altre lingue (se mai lo sarà). Da quanto è filtrato nelle notizie di agenzia [vedi], possiamo però farcene un'idea precisa. Gli appunti di Sebes appaiono fondati quanto affilati. A giochi fatti, li fece poi propri anche la critica internazionale nei giorni successivi alla partita del 25 novembre 1953.
Le annotazioni per i giocatori della nazionale magiara |
All'epoca gli allenatori non disponevano di videoregistrazioni. Sebes preparò la partita facendo impersonare a giocatori del campionato ungherese i membri della squadra inglese, in modo che i nazionali magiari potessero immaginarseli dal vivo e non solo a parole. Due settimane prima della partita ordinò dei palloni inglesi, che erano più pesanti di quelli che si usavano abitualmente in Ungheria, in modo che i giocatori si abituassero a giocare con essi; utilizzò anche un campo di gioco d'allenamento delle stesse dimensioni di quello di Wembley. In breve, Gusztáv Sebes precorse la cura dei dettagli e i metodi di preparazione che ora sono il pane quotidiano anche degli allenatori delle serie inferiori. Allora, però, l'allenatore di Budapest era all'avanguardia non solo dal punto di vista delle idee di gioco. Nelle quali - come è noto - predicò un modello di "calcio socialista", dove ogni giocatore avesse lo stesso peso nella squadra e fosse capace di giocare in ogni posizione. "Giocavamo a calcio come Jimmy Hogan ci aveva insegnato" riconobbe sempre Sebes [vedi]. Chi voglia rivedere i filmati delle partite dell'Aranycsapat [vedi] potrà constatare la modernità del gioco di quella squadra. Antesignana del "calcio totale" sviluppato poi, generazione dopo generazione, da Rinus Michels, Arrigo Sacchi, Louis van Gaal e Josep Guardiola.
Azor