Entro in un bar in corso di Porta Vigentina e ordino un caffè. Mi volto e vedo Enzo Bearzot. Se ne sta lì seduto a un tavolino, con quel suo naso triste come una salita, a sfogliare la Gazzetta dello Sport. È invecchiato e ha un'aria un po' così. Starà aspettando Zoff, Causio e il presidente Pertini per la solita partita a scopone.